SAN SABAZIO MARTIRE

19 SettembreGuglia Abside-G36
La storia di San Sabazio è legata a quella dei Santi Martiri Trofimo e Dorimedonte, uccisi durante il regno dell’Imperatore Aurelio Probo (276-282). La passio in cui è raccontata la vicenda dei tre è ritenuta dubbia dagli studiosi, sia per via delle molte affinità con altre passiones, sia per la relativa tranquillità di cui i cristiani godettero sotto l’impero di Aurelio Probo. Si racconta che Trofimo e Sabazio si trovassero ad Antiochia quando s’imbatterono in un editto dell’imperatore che obbligava i cristiani a sacrificare agli dei. Rifiutatisi di seguire tale pratica, furono arrestati, processati e torturati ferocemente, tanto che Sabazio morì. Trofimo sopravvisse e fu imprigionato, ricevendo le visite di Dorimedonte, senatore cristiano che di lì a poco sarebbe stato imprigionato con lui per aver rifiutato di bruciare l’incenso ai Dioscuri. Entrambi vennero decapitati. Tra realtà e leggenda, la storia di questi tre santi è testimone della crescente conversione al Cristianesimo di principi e reggenti in Oriente, fino a toccare un Senatore. L’impero si stava trasformando da dentro e non avrebbe più potuto fermare una fede che irrorava i palazzi, le ville, le università e le piazze, dalla Persia al Portogallo. La statua attualmente in opera in cima alla Guglia G36 è una riproduzione datata 1987, di cui non si conosce l’autore. Forse si tratta di un marmorino della Fabbrica, ipotesi che prende forma anche grazie ai documenti d’Archivio, i quali ci informano che la statua originale di San Sabazio Martire, opera ottocentesca di Giuseppe Buzzi, venne trasportata presso il Cantiere Marmisti nel 1907 per essere riprodotta.