SAN FELICE

Guglia terrazza centrale nord-G114
Santo Protettore:
Emblema:

Nella tradizione cristiana sono tanti i Santi che portano il nome di Felice. A differenza dell’omonima statua posta sulla G64, questo giovane San Felice viene raffigurato nella tipica veste di coloro che all’epoca venivano martirizzati. Si potrebbe quindi trattare di quel San Felice di Nucera Costantia vissuto nel I secolo che, insieme alla sorella Costanza fu martirizzato sotto l’imperatore Nerone nel luogo dove oggi sorge la chiesa della Purità, a Roma. Oppure potrebbe anche trattarsi di uno dei celebri “Santi Sette Fratelli”, figli di Santa Felicita, la cui Passio ci racconta di una ricca vedova romana che fu accusata di pratiche cristiane durante l’impero di Antonino Pio (tra 138 e 161 d.C.). Inizialmente fu interrogata da sola senza arrivare ad alcunché risultato. Il giorno dopo il prefetto fece condurre davanti a lei i sette figli (Felice, Gennaro, Filippo, Silano, Alessandro, Vitale e Marziale) i quali, a causa della loro fermezza nel rifiuto di rinnegare la fede, furono martirizzati uno alla volta con diverse torture. Oppure, se si preferisce, si può pensare al nostro San Felice come la rappresentazione generale di tutti quei San Felice costretti ad una fine poco gloriosa per aver avuto il coraggio di avvicinarsi a Dio, andando controcorrente in un clima di terrore e restrizione. San Felice, insieme alle tante statue di martiri che affollano il Duomo, ci insegna a non fermarci davanti agli ostacoli o alle forzature della nostra società, ci insegna a credere nel bene e in ciò che è giusto, senza scendere a compromessi o arrendersi alle imposizioni. Il San Felice che poggia sulla sommità della Guglia G114 è una riproduzione eseguita nel 1963. La statua originale, di fattura ottocentesca, si trova oggi in cantiere marmisti per esigenze di tutela e sicurezza. Il santo è rappresentato con giovani sembianze, ai piedi non porta alcun tipo di calzare, la gamba destra è piegata nell’atto di compiere un passo. Il braccio sinistro è proteso in avanti e la mano destra sostiene un drappo della tunica, abbigliamento che gli lascia scoperte gambe e torace.