S. IERONE

07 NovembreGuglia Abside-G73
La vicenda di San Ierone ha inizio con la vincita sui romani da parte dell’Impero persiano nel 296, in seguito alla quale l’imperatore Diocleziano ordinò la recluta di nuovi soldati per ricostruire e rinforzare il suo esercito. Agricolao, un funzionario imperiale, venne così mandato in Cappadocia insieme ad un contingente di soldati con l’obiettivo di arruolare quanti più uomini cristiani poteva. Tra questi ultimi vi fu Ierone il quale, nonostante la resistenza, fu obbligato a desistere e insieme ad altri 32 uomini che si erano nascosti con lui, e fu costretto a marciare verso Melitene. Una volta giunto a destinazione, però, gli comparve in sogno un anziano che gli parlò incoraggiandolo a rimanere saldo nella fede cristiana nonostante il clima di terrore. Avvertiti anche gli altri compagni, insieme decisero allora che non avrebbero partecipato al sacrificio solenne verso gli dei, rito pagano in programma il giorno successivo nel quale tutte le reclute erano obbligate a presenziare, e per questo vennero condannati a morte. Il San Ierone della guglia G73 ha lo sguardo basso mentre fissa il teschio che tiene tra le mani, probabilmente elemento di meditazione e di passaggio alla vita eterna. San Ierone sembra così voler invitare i passanti a raccogliersi insieme a lui, in un profondo momento di contemplazione.La statua di San Ierone è stata realizzata nel 1835 da Pompeo Marchesi, scultore già attivo presso la Veneranda Fabbrica del Duomo per la realizzazione di altre statue. San Ierone è rappresentato come un anziano barbuto, dalle cui spalle ricade un voluminoso drappeggio che avvolge tutta la figura. Lo sguardo è rivolto verso il basso, mentre guarda le mani che fuoriescono dalla veste, impegnate a reggere un teschio.